Sergio e il Brasile
Sergio Endrigo si recò per la prima volta in Brasile nel 1964 per un concerto a San Paolo, dopo il successo ottenuto nel 1963 con il brano Io Che Amo Solo Te. Al ritorno portò con sé uno dei primi dischi di Vinicius De Moraes - un disco che conteneva brani meravigliosi come Samba De Bencao, Deixa, Samba Em Preludio - e lo fece ascoltare a Sergio Bardotti: entrambi ne rimasero folgorati.
Dopo la gloriosa vittoria a Sanremo del 1968, in coppia con Roberto Carlos con il brano Canzone Per Te, Endrigo e Bardotti partirono per il Brasile in tournè: fu in quell’occasione che Bardotti conobbe Chico Buarque De Hollanda, il quale, a causa dei grossi problemi politici legati al suo paese, venne ben presto a soggiornare per un certo periodo in Italia.
Una sera, in un celebre albergo di Roma durante una partita di calcio (per l’esattezza Inghilterra-Brasile) Bardotti conobbe Vinicius De Moraes e lo presentò a Endrigo.
Tra i tre nacque immediatamente un’amicizia e una stima profonda, un lungo sodalizio personale ed artistico cementato dalla comune passione per la poesia ed il Brasile.
L’anno successivo nacque l’idea di lasciare un segno tangibile di questa amicizia: venne così alla luce un vero e proprio capolavoro discografico, La Vita Amico È L’arte Dell’incontro, prodotto da Sergio Bardotti. Grazie al coraggio di Mario Zanoletti, allora direttore artistico della Fonit Cetra si cominciò a registrare un po’ alla rinfusa musica, voce e poesia. Sergio Endrigo cantò in modo assolutamente sublime alcuni brani tradotti in italiano da Bardotti come Poema Degli Occhi di Vinicius, Se Tutti Fossero Uguali A Te di Tom Jobim; Vinicius interpretò una meravigliosa Samba Delle Benedizioni e Giuseppe Ungaretti, grande amico di Vinicius, recitò con la sua voce tonante e ruggente le poesie di Vinicius tradotte da lui stesso (conosceva la lingua carioca per essere stato docente di letteratura italiana all’Università di San Paolo dal 1936 al 1942).
L’amore per il Brasile continuò negli anni al punto che, nel 1978 Endrigo realizzò a Rio De Janeiro un disco cantato interamente in brasiliano, Esclusivamente Brasil (edito dalla Polygram).
Fu un’esperienza indimenticabile, Endrigo cantò splendidi brani come Trocando Em Miudos di Chico Buarque, Onde Anda Voce di Vinicius, e molti altri brani, sui quali spiccano due vere e proprie chicche: A Rosa (che Chico scrisse appositamente per mio padre) e Samba Para Endrigo (scritta da Toquinho e Vinicius in suo onore). Da non dimenticare inoltre la struggente interpretazione di Samba Em Preludio, cantata con l’allora giovanissima e bravissima Fafà De Belem.
L’amore di Vinicius verso il suo amico Endrigo (tra l’altro diceva di amarlo perché “è un uomo che canta”) è dimostrata dal fatto che volle inserire Samba Para Endrigo nel suo album Un Pouco De Ilusao, pubblicato poco prima di morire. Mio padre, dopo la scomparsa del grande poeta, volle omaggiarlo a sua volta con Ciao Poeta, un brano scritto insieme a Baden Powell e Sergio Bardotti (incluso nell’Lp E Noi Amiamoci, 1981).
Era talmente elevata la considerazione che avevano di Endrigo in Brasile che l’etichetta Fontana decise di annoverare proprio Endrigo come unico artista straniero nella collana ‘A Arte De’ dedicata ai più grandi artisti verdeoro come Gal Costa, Tom Jobim, Caetano Veloso, Vinicius De Moraes e tanti altri.
C’è un ultima cosa che vorrei segnalare: Toquihno, il celebre chitarrista brasiliano, deve il suo fortunatissimo incontro con Vinicius De Moraes proprio a Endrigo. Terminata infatti la registrazione del disco La Vita, Amico, È L’arte Dell’incontro, Endrigo e Bardotti si accorsero che mancava una chitarra brasiliana: poiché Vinicius nel frattempo aveva già fatto ritorno in Brasile, optarono per Toquinho, a quel tempo in Italia con Chico Buarque. Completato il disco, Vinicius si innamorò di quella chitarra al primo ascolto e volle Toquinho con sé in tournè...il resto è storia...
L’ultima tournè di mio padre risale al 1999, l’ultimo viaggio è invece datato 2003.
Claudia Endrigo